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Anziani e studenti: un'alleanza che può cambiare la città

  • Immagine del redattore: Massimo Di Matteo
    Massimo Di Matteo
  • 2 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

La qualità della vita dei nostri anziani è un tema centrale per il futuro delle nostre comunità. In un contesto in cui la popolazione invecchia progressivamente, è fondamentale non solo garantire supporto pratico, ma anche contrastare la solitudine e il senso di abbandono che molti vivono quotidianamente.

Elena Dardo sui progetti di Generazione Trento che coinvolgono studenti e anziani

Gli anziani rappresentano una risorsa preziosa: portatori di memoria, saggezza e storie di vita. Al tempo stesso, i giovani – in particolare gli studenti universitari lontani da casa – cercano spesso un alloggio e un contesto relazionale che li faccia sentire parte di una comunità. Da questa doppia esigenza nasce un’idea semplice ma rivoluzionaria: mettere in relazione due generazioni apparentemente distanti, ma capaci di arricchirsi a vicenda.


Il progetto "Nepotato": più di un semplice cohousing

Immaginiamo una Trento dove studenti e anziani vivono sotto lo stesso tetto. Il progetto "Nepotato" punta proprio a questo: creare formule di coabitazione in cui studenti possano essere ospitati in case di anziani con stanze libere. In cambio di un contributo economico calmierato – o in alternativa di piccoli aiuti nella vita quotidiana, come fare la spesa o gestire pratiche burocratiche – gli studenti avrebbero non solo un alloggio, ma l’opportunità di creare un legame umano con chi conosce a fondo il territorio e la comunità.


Oltre la coabitazione: costruire reti di vicinanza

Il cohousing è solo una delle possibili risposte. Il progetto prevede anche forme di assistenza più leggere, come il coinvolgimento di studenti e volontari in visite regolari agli anziani soli, per offrire compagnia, supporto e occasioni di dialogo.

Si immaginano anche spazi condivisi di attività intergenerazionali: laboratori di cucina, giardinaggio, artigianato, musica,… luoghi dove giovani e anziani possano scambiarsi competenze, storie e sorrisi. Non mancherebbero incontri culturali nei quartieri, concerti brevi organizzati con le scuole di musica, cineforum e serate di giochi da tavolo, sempre accompagnati da un servizio di trasporto dedicato per consentire anche a chi ha difficoltà motorie di partecipare.


Spazi pubblici da vivere, prevenzione da promuovere

Un altro tassello fondamentale è la cura degli spazi urbani: aree attrezzate con tavoli, panchine, ombra e illuminazione dove gli anziani possano incontrarsi, leggere o giocare a carte in sicurezza. E ancora: percorsi informativi sulla prevenzione, l’alimentazione, il movimento fisico, la ginnastica dolce e il benessere psicologico.


Una visione più ampia

Tutto questo non si limita a risolvere problemi pratici. Significa ripensare il tessuto sociale, mettere al centro le relazioni, la solidarietà, la dignità e la cura reciproca. Una città che si prende cura dei suoi anziani è una città che si prende cura di tutti.



Guarda il video di Elena Dardo, candidata di lista di Generazione Trento sui progetti che coinvolgono anziani e studenti.

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